Odio il mio lavoro! Che cosa faccio? 5 consigli per te

da Giu 13, 2025Coaching

“Odio il mio lavoro, non ne posso più! Che cosa faccio?”

Ti svegli ogni mattina e solo all’idea di dover andare al lavoro, ti viene la nausea e la voglia di licenziarti, oggi, subito, pur di non dover mai più tornare in quel posto.

Torni a casa ogni sera e ti senti distrutt*, svuotat*, senza nemmeno la voglia o l’energia di preparare qualcosa per cena.

Aspetti con trepidazione il venerdì, o le vacanze di Pasqua, Natale o estive.

La domenica sera (a  volta comincia già dal pomeriggio) arriva l’ansia, il fine settimana sta finendo e sai che il giorno dopo ricomincerà il solito incubo. L’inquietudine è così profonda da rovinarti la serata e la giornata intera. Non riesci a rilassarti e a goderti il tempo libero.

Al lavoro ti senti sopraffatt* dalle responsabilità, dalle richieste e aspettative dei tuoi responsabili, del tuo team, dei colleghi o dei tuoi clienti. Sei sempre in call o in meeting che potrebbero essere delle e-mail,  a cui non dovresti partecipare, ma a cui ti invitano lo stesso. Così perdi un sacco di tempo e non riesci a dedicarti al tuo lavoro e ti ritrovi a fare tardi, ad arrancare per non rispettare le scadenze.

Oppure è la noia a caratterizzare le tue giornate lavorative: il tuo ruolo non è abbastanza stimolante, o non lo è più; le mansioni sono ripetitive, vorresti più responsabilità, più stimoli, o progetti più interessanti.

L’ambiente di lavoro è tossico, magari per via della cultura aziendale (mancante) o carenza di leadership, oppure il tuo o la tua responsabile è pesante, incontentabile o poco comunicativ*. O sono i colleghi: pigri, furbetti, super competitivi, inaffidabili, pettegoli, discriminanti.

L’azienda per cui lavori è in crisi, non c’è budget per nulla, né per aumenti, né per nuove assunzioni, anche se siete sempre sotto organico. Anzi, c’è aria di “ristrutturazione”, il che vuol dire che qualcuno potrebbe perdere il proprio posto di lavoro. Il pensiero ti angoscia, ma non sai che cosa fare, perché sono solo voci di corridoio, e se poi non è vero? Trovare un nuovo lavoro ti sembra un’impresa possibile, quindi aspetti, resisti, ma piano piano ti spegni.

 

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O forse è la passione per il lavoro che hai scelto e svolto con entusiasmo per anni, che oggi non c’è più: sei cambiat*, hai priorità e passioni diverse, che non vanno più d’accordo con ciò che fai.

Potrei continuare all’infinito, ma sono sicura che ti riconosci in almeno uno degli esempi qui sopra, vero?

Sai perché ti riconosci? Perché, purtroppo, sono situazioni molto comuni, che moltissime persone di ogni età, genere, ruolo e carriera si trovano a vivere oggi. Sono le storie che mi raccontano i miei clienti, quando arrivano da me e una di queste è anche la mia storia.

Sì, anche io una decina di anni fa, mi sono trovata a dire “non ne posso più”. Cosa ha fatto? Ho deciso di cambiare strada professionale.

Completamente. Mi sono reinventata, scegliendo un nuovo lavoro che mi permettesse di usare tutto quel potenziale che sentivo di avere, ma che per vent’anni era rimasto chiuso in un cassetto e che non avrei potuto sfruttare se fossi rimasta dov’ero.

Come ho fatto? Beh, questa è una lunga storia, forse per un’altra occasione, un altro articolo. In breve, ti posso dire che mi sono creata un piano di uscita, “un piano B”, se preferisci. Mi sono rimessa a studiare, ho preparato il terreno, e poi, senza aspettare che fosse tutto perfetto (tanto non lo sarà mai!), ho lasciato il mio lavoro per cominciare la mia avventura da coach e da libera professionista.

Ma basta parlare di me! Parliamo di te!

Vediamo subito che cosa puoi fare, se anche tu ti svegli la mattina e dici ”odio il mio lavoro!”.

Ecco 5 consigli per te.

 

 

1 –Fai chiarezza: che cosa davvero non sopporti (più) del tuo lavoro?

Gli esempi che ho citato poco fa sono casi comuni, ma generici. Ognuno di noi è unico, così come lo è il lavoro che svolge.

Che cosa, nello specifico, non ti piace del tuo attuale lavoro? Le mansioni? In che senso? Non fai ciò che ti era stato promesso? O per cui hai studiato?

Le responsabilità? Sono troppe o troppo poche? Lo stipendio? L’ambiente? I colleghi? Il tragitto per arrivarci, magari troppo lungo e stressante? La mancanza di prospettive di crescita? L’orario di lavoro? Non poter lavorare da casa? L’azienda è in cattive acque? Che cosa non va?

Capire esattamente che cosa non funziona per te, è il primo passo per trovare una soluzione che sia davvero soddisfacente e che non ti faccia passare dalla padella alla brace.

Se la ragione principale è lo stipendio, o il tragitto, o sono i colleghi, o anche il tipo di azienda per cui lavori, il problema è risolvibile cercando semplicemente un altro lavoro, nello steso ruolo, ma in una realtà differente, che abbia i requisiti che tu desideri. Per carità, non sto dicendo che sia semplice, so bene quanto sia difficile oggi trovare lavoro in Italia, che tu abbia trenta o quarant’anni, due lauree e dieci master. Però se la fonte della tua insoddisfazione è legata all’azienda in cui lavori, concorderai con me che, anche se ci vuole tempo, impegno e pazienza, è possibile trovare un posto o un contratto migliore.

Il discorso cambia se a non piacerti più è il tipo di lavoro che fai, insomma la carriera che hai scelto. In questo caso, per ritrovare la soddisfazione, sarà necessario affrontare un cambiamento più complesso.

Innanzitutto, dovrai individuare la nuova strada che desideri intraprendere e poi dovrai ricostruire la tua nuova identità professionale.

So che tutto ciò può spaventare, ma sei nel posto giusto, e se questo è il caso in cui ti trovi, non devi fare altro che scrivermi. Insieme troveremo e costruiremo la tua nuova carriera.

 

 

2- Fermati un attimo: cambiare è davvero la soluzione?

Il cambiamento è un processo che richiede tempo ed energie, quindi è sempre bene interrogarci a fondo prima di iniziarlo.

Non c’è davvero più niente che valga la pena salvare? Detesti ogni parte del tuo lavoro? Non riesci assolutamente a trovare nulla di positivo?

Prova a fare un elenco: ci sono aspetti che, tutto sommato, ritieni validi? Ad esempio, la stabilità economica? Oppure il fatto di non avere troppe responsabilità? Assicurati di guardare le cose in maniera obiettiva.

Te lo chiedo, perché mi capita spesso di lavorare con persone che hanno deciso di lasciare il proprio lavoro perché si sentivano infelici, salvo poi non riuscire a trovare alternative più soddisfacenti e finendo col rimpiangere l’impiego precedente. Qualcuno mi ha confessato di avere rivalutato il lavoro che aveva lasciato, dopo aver cambiato azienda: insomma, è servito fare altre esperienze per rendersi conto che, in fondo, ciò che avevano prima non era poi così male.

Ovviamente, vorrei che tu non dovessi arrivare a questa conclusione, perché ti assicuro che, a detta dei miei clienti, non è una bella sensazione.

Quando siamo stanchi, esauriti, frustrati o magari anche arrabbiati, vediamo tutto in maniera più negativa, anche ciò che magari non lo è.

Se stai attraversando un momento difficile a livello personale, le tue emozioni potrebbero influenzare il modo in cui percepisci la tua situazione lavorativa. Oppure, potresti essere in una fase complessa della tua carriera, della tua storia professionale, e potresti semplicemente avere bisogno di un po’ di supporto per farcela. Magari hai da poco cambiato ruolo, oppure hai ottenuto una promozione e ti trovi a gestire un team più grande, o obiettivi più complessi. O l’azienda per cui lavori è in fase di ristrutturazione o l’ha da poco conclusa, cambiando tutte le carte in tavola e creando caos nella tua gestione quotidiana.

La situazione però potrebbe cambiare, oppure tu potresti acquisire strumenti e competenze per affrontarla meglio; o potresti col tempo ( e con un bel percorso di coaching!) vederla in maniera diversa, secondo una nuova prospettiva, che ora non riesci nemmeno ad immaginare.

Quindi, fermati un attimo e prenditi il tuo tempo per riflettere a fondo su questi aspetti, prima di buttare via qualcosa che magari è ancora salvabile.

 

3 –  Interrogati: che cosa vuoi veramente?

 

  • Come dovrebbe essere il tuo lavoro, per essere soddisfacente?
  • Quale tipo di ruolo vorresti svolgere?
  • Quali mansioni e responsabilità vorresti avere?
  • Per che tipo di azienda vorresti lavorare?
  • Oppure vorresti lavorare in proprio? Facendo cosa?
  • Quanto vorresti guadagnare?
  • Quante ore al giorno e alla settimana vorresti lavorare?
  • Come dovrebbe essere la tua giornata lavorativa ideale?

Queste sono alcune delle domande che ti farei se tu fossi un mio cliente (sì, il coach fa domande, no dà consigli!), tu prova a rispondere per cercare di fare un po’ di chiarezza dentro di te.

Scrivi le risposte, avrai risultati migliori, poi se un giorno ci incontriamo, ti spiego il perché; se sei iscritt* alla mia newsletter mensile, lo sai già.

Tornando alle domande, avere le idee chiare su che cosa desideriamo, è il primo passo per poterlo ottenere. Se non sappiamo che cosa stiamo cercando, come faremo a trovarlo? Come lo riconosceremo tra le tante opzioni?

Fare chiarezza da soli non è semplice lo so, a volte ci vuole tempo, e soprattutto è necessario superare le  credenze limitanti che ci impediscono di vedere tutte le possibilità che ci sono là fuori.

Questo è uno degli aspetti fondamentali su cui si lavora in un percorso di coaching: aiutare la persona a mettere in discussioni le proprie convinzioni, le paure e i pregiudizi che impediscono di vivere meglio, di cambiare o di aprirsi a nuovi modi di pensare e agire.

Allora, dimmi, tu cosa vorresti fare esattamente?

Comincia rispondendo alle domande qui sopra e poi fammi sapere come va, ok?

     

    4 – Attenzione: non è tutto oro ciò che luccica

     

    Prince cantava “All that glitters, ain’t gold” e io sottoscrivo.

    Prima di mollare tutto per provare a fare l’influencer, o fondare l’ennesima società di consulenza, fermati un attimo!

    Capisco che dopo anni da dipendente in una grande azienda, tu possa sognare la libertà di lavorare in proprio, ma la libera professione e l’imprenditoria non sono una passeggiata. E non sono per tutti.

    Parlo per esperienza personale, perché questa è la mia vita dal 2016, ma anche perché mi imbatto spesso in persone che mi chiedono aiuto dopo aver fatto questa scelta e si sono trovate in difficoltà più grandi di quelle lasciate alle spalle.

    Lavorare in proprio offre sicuramente molta libertà e la possibilità di gestire la propria agenda, ma significa anche non avere uno stipendio certo e fisso a fine mese, anche se hai lavorato tanto. Non hai la malattia e le ferie pagate e quella sicurezza finanziaria necessaria per fare programmi a lungo termine senza preoccupazioni o per, magari, ottenere e poi riuscire a pagare un mutuo.

    Soprattutto all’inizio, lavorare in proprio può essere molto difficile, clienti e progetti non sono lì pronti ad aspettare noi e, qualunque settore tu scelga, la concorrenza è più grande di quello che ti immagini prima di conoscere bene quell’industria. Tradotto: pensi di avere un’idea geniale, un business innovativo o credi di essere l’unic* a offrire quel tipo di servizio, ma non è affatto così, anzi.

    Quindi, rifletti bene prima di mollare il tuo posto fisso per diventare life coach (un esempio a caso!) e informati sulle REALI prospettive che quella strada presenta con chi ha fatto il salto prima di te.

    Detto questo, se proprio senti di voler cambiare carriera e lavorare per conto tuo, allora comincia subito ad agire.

    Ne parliamo qui sotto, nel prossimo paragrafo.

     

    5 – Agisci: fallo da subito

     

    Qualunque cosa tu abbia in mente di fare, agisci e comincia a farlo subito.

    Vuoi cambiare ruolo nella stessa azienda? Chiedi un colloquio con il/la responsabile delle risorse umane, preparati e chiedi. Non devi per forza aspettare che venga pubblicato un job posting. Se non chiedi, la risposta sarà sempre “no”, ma se chiedi, potrebbe essere un “sì”.

    Vuoi cambiare azienda? Aggiorna il tuo cv e il tuo profilo LinkedIn (se non ne hai uno o è abbandonato, sistemalo, i recruiter lo guardano per farsi un’impressione di te) e candidati per le posizioni a cui ambisci.

    Vuoi cambiare carriera? Rileggi il punto 3 e segui i consigli che ho condiviso.  Considera l’opportunità di aggiornare le tue competenze, attraverso un corso di formazione o un master. Se il cambiamento è estremo (ad esempio sei insegnante di scuola primaria, ma vorresti lavorare in finanza), ti ci potrebbero volere anni prima di essere pront* a fare il passo. Non farti scoraggiare, il tempo passa comunque, ciò che conta è che cosa ne fai!

    Vuoi metterti in proprio? Rileggi il punto 4 e segui i consigli che ho condiviso. Anche in questo caso, ti consiglio di non improvvisare, non funziona mai. Certifica le competenze che già possiedi o studia per acquisire quelle necessarie per poter svolgere l’attività dei tuoi sogni efficacemente, cioè legalmente e in modo che ti consenta di mantenerti.

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