Il Life Coach

da Nov 15, 2019Coaching

Chi è e soprattutto cosa fa veramente il Life Coach

Ogni volta che dico che sono una Life Coach, mi rendo conto, dalle reazioni e dalle domande delle persone, di quanta confusione ci sia ancora intorno alla mia professione, anche se certamente le cose sono un po’ migliorate da quando ho iniziato, nel 2016.

All’epoca, presentarsi come Life Coach, significava attirare sorrisini di condiscendenza, battute di dubbio gusto o, nei casi pù fortunati, raffiche di domande al limite della legalità.

In questo breve articolo cercherò di fare un po’ di chiarezza, sia per chi è interessato a diventare Life Coach, che per chi sta pensando di affidarsi ad un Life Coach per un percorso di crescita personale o professionale.

Perché di questo si occupa principalmente un Life Coach, di crescita personale!
A mio parere la confusione deriva dal fatto che, nonostante non si possa più considerare la professione del  life coach come una nuova professione (al contrario, ormai ci stiamo avviando verso la saturazione del settore, se già non è avvenuta) in troppi sui social, in rete, o anche di persona, diffondono un’mmagine a dir poco irrealistica di questo ruolo, dell’effettivo lavoro che svolge, di come lo svolge e delle competenze necessarie a svolgerlo.

In somma, là fuori è pieno di gente che si spaccia per coach senza esserlo davvero, che fa tutto tranne che il coaching, quello vero, come dico io e come, soprattutto, lo definisce ICF, di cui parlo tra qualche riga.

In ambito personale (da qui la distinzione con il termine “life”) siamo ancora un po’ indietro rispetto ai paesi anglosassoni in cui il coaching è nato, ma le cose stanno cambiando molto rapidamente e sono sempre di più le persone che decidono di avvalersi dell’aiuto di un Life Coach.

 

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“6 Miti da sfatare sul coaching”

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Il termine “coach” è infatti ormai utilizzato in diversi ambienti e con molteplici accezioni, molto spesso per descrivere il lavoro di consulente, formatore, insegnante o esperto di una determinata disciplina.
È sufficiente farsi un giro sui social media per constatare quanto sia diffuso, e in alcuni casi abusato, il titolo di coach!

Come prima cosa voglio sfatare il mito che ci vede esperti di vita vissuta, che offrono consigli o suggerimenti basandosi sulla propria esperienza personale e/o professionale, o anche “motivatori” (come se la motivazione fosse qualcosa che si può instillare negli altri, magari incitandoli o complimentandoli!).
Ma se il Life Coach non dà consigli, non insegna e non ti dice come fare, allora cosa fa?

Il ruolo principale del Life Coach è quello di accompagnare il cliente nel raggiungimento dei propri obiettivi, siano essi professionali o personali, stimolandolo a trovare le proprie risposte, anziché fornirle
lui stesso.
Questo perché il life coaching è crescita personale, e se ci vengono date le risposte o ci viene detto cosa fare non cresciamo! Un po’ come fare i compiti ai propri figli e poi aspettarsi che imparino davvero la lezione!
Tutto questo viene fatto all’interno delle “sessioni”, attraverso domande che stimolano riflessione, autoconsapevolezza e creatività.

IL METODO DI COACHING PIÙ DIFFUSO

Questo è il metodo di coaching più diffuso, quello che io stessa pratico e che viene insegnato e promosso da ICF, la International Coach Federation, una sorta di “albo professionale” per tutti i coach professionisti, con sede negli Stati Uniti e vari “capitoli” in tutto il mondo, Italia inclusa. La formazione presso scuole accreditate e l’appartenenza ad ICF sono criteri fondamentali per valutare la scelta di un Life Coach a cui affidarsi, proprio come si fa ogni volta che si desidera affidarsi ad un professionista.

Scegliere un coach accreditato da ICF ti garantisce, preparazione, professionalità, standard elevati, rispetto della privacy e la garanzia di etcità.

Infatti, noi coach ICF siamo tenuti ad osservare un codice etico e a far firmare un accordo ai nostri clienti.

Diffida di chi non ti offre queste garanzie, sono imprescindibili per non incorrere in brutte sorprese.

Tra coach e cliente serve fiducia.

Naturalmente, formazione e titoli non sono gli unici fattori da prendere in considerazione, infatti al momento della scelta è importante verificare che ci sia sintonia tra cliente e coach, insomma che ci siano fiducia, rispetto e anche un po’ di intesa.

Senza tutto ciò, diventa difficile lavorare insieme, costruire cioè quella “partnership” che è prevista nella relazione di coaching, dove sia coach che cliente si impegnano ad adempiere a ciò che il loro rispettivo ruolo richiede. Ecco perché la maggioranza dei coach offre un primo incontro gratuito, prima di partire con un percorso di coaching.

Per me la “discovery call” gratuita è un momento importantissimo del mio lavoro, che mi permette non solo di conoscere il mio futuro cliente e di spiegare bene come funziona il percorso di coaching, ma anche di capire che cosa stia cercando e se io sono la coach adatta.

Durante questa call, che nel mio caso dura più di un’ora, il cliente sperimenta direttamente gli effetti del coaching, così da essere in grado di decidere se il percorso fa al caso suo o meno. Inutile dire che, nella stragrande maggioranza dei casi, chi sperimenta la sessione di prova gratuita, inizia poi un percorso con me.

D’altronde, non esiste modo migliore per capire se qualcosa fa al caso nostro o no!

E poi, se ci pensi, ma quando mai puoi provare un sevizio gratuito prima di decidere se acquistarlo?! Di certo non al ristorante, o dal parrucchiere e la lista di esempi è infinita!

 

La professione del Life Coach è estremamente creativa, probabilmente perché non esiste un “manuale” da seguire alla lettera per costruire la propria attività, cosa che può essere vista come un vantaggio o un ostacolo a seconda dei punti di vista.

Questo significa anche che la si può interpretare con modi e stili diversi, a seconda della propria personalità o del proprio bagaglio professionale.

Nel panorama italiano e internazionale spiccano diversi esempi di Life Coach di successo molto diversi tra loro. Tony Robbins è forse il più popolare e non solo negli Stati Uniti, con la sua presenza scenica e la sua energia (dovute anche alla statura imponente!).

Da trent’anni cavalca palchi in tutto il mondo e ogni suo evento è sold out a tempo di record, è autore di numerosi best sellers di crescita personale, come “Awaken the giant within” e fondatore del metodo Robbins-Madanes.

Meno conosciuto, almeno qui in Italia, ma ancora per poco, è Robin Sharma, canadese, autore del best seller “The 5 am club”. Ha collaborato con Unilever e Yale University tra gli altri e si distingue per il suo approccio pratico e il suo focus sul “mindset”, ovvero il nostro modo di pensare, che determina poi ciò che realizziamo o meno.

E’un ottimo punto di riferimento per tutti gli imprenditori o aspiranti tali e tutte quelle persone che desiderano eccellere in tutto ciò che fanno.

 

 

Naturalmente, questi personaggi sono ormai più che altro delle celebrità e probabilmente sono inarrivabili per la maggioranza delle persone.

Detto questo, un buon coach professionista, che possa supportarti nel raggiungimento dei tuoi obiettivi, non deve necessariamente essere famoso, riempire gli stadi, avere scritto besteller o essere ospite di programmi televisivi ogni due per tre.

Anzi, molto probabilmente, questo tipo di coach non riceve più clienti per sessioni individuali, ma vende corsi online creati per soddisfare la massa. E qui mi fermo, tanto ci saimo capiti.

Se ciò che cerchi è un professionista preparato, onesto, disponibile e che non ti costi uno sproposito, hai carta bianca per scegliere il coach più adatto a te.

Il mio consiglio?

Leggi il profilo LinkedIn (questo, ad esempio è il mio), così puoi vedere la reale formazione ed esperienza che ha (Instagram e Facebook non sono affidabili e chiunque può creare un account e millantare titoli e competenze inesistenti).

Visita il sito web, leggi i contenuti con attenzione, soprattutto le testimonianze dei clienti, che devono essere realistiche (nome e cognome ci sono? Se cerchi su Google queste persone, le trovi?)

Chiedi informazioni sui percorsi e sui costi e richiedi un incontro conoscitivo gratuito, dove poter fare tutte le domande del caso.

Fai attenzione all’accoglienza che ti viene riservata, la gentilezza (che non significa simpatia), la professionalità, la chiarezza e l’onestà.

E se ne hai la possibilità, fai la sessione di prova, ti toglierà tutti i dubbi!

Allora, ti ho chiarito le idee su chi è e chi non è il Life Coach?!

 

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